Il Mausoleo di Planco

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  1. Il bardo di Londra
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    Il professore era di nuovo in piedi, aveva lasciato il vico delle ombre ed era quanto mai determinato a trovare delle risposte a ciò che gli era successo stasera, a bordo della sua apegheddon girò a lungo per trovare un pò di pace interiore per cercare di fare il punto della situazione. All'interno dell'abitacolo girava all'infinito sempre la stessa musicassetta rimasta incastrata nell'autoradio del mezzo molti anni prima che diventasse il trasporto ufficciale di Duff...la cassetta lo zecchino d'oro del 1983!
    Forse l'unico posto dove trovare un pò di pace senza il rischio d'incappare in rischiosi incontri è il mausoleo, lì forse riuscirà ad avere un pò di lucidità mentale, quel tanto che basta per trovare il bandolo della matassa.
    Una volta giunto sulla sommità di monte Orlando, finalmente Duff si trovò completamente solo e nel più completo silenzio lontano dalle urla e le sirene della cittadina.
    (off: Ma il faro funge ancora o è allo sfascio come il resto della città?)

    - Cosa è successo questa notte? L'hai vista anche tu quella scena nella testa? - rivolgendosi al vuoto - Certo che l'ho vista è stata qualcosa d'incredibile e stato come se stessimo rivivendo tutto due volte. - Duff si rispose da solo.
    - Anche quel tizio? Ho sentito come qualcosa dentro di me, come se lo conoscessi già...forse lo conosciamo ma forse non in questa realtà...hai ragione! Dobbiamo trovarlo e capire cosa è che ci lega...c'era anche quel posto in cui stavamo per entrare prima della sparatoria...è vero anche lì sentivamo una sorta di legame, che non sia tutto collegato?...chi dobbiamo cercare prima l'uomo o il negozio? - Il professore chiuse gli occhi inspirando profondamente come per cercare di trovare concentrazione - Per ora godiamoci il silenzio e la pace, l'oscurità ci darà la sua saggia opinione -
    Poi il professore si mise a terre appoggiando la schiena al Mausoleo con lo sguardo rivolto al cielo aspettando che la luna faccia di nuovo capolino tra le nuvole recitando come una poesia d'amore l'apocalisse - E vidi, quando l'Agnello aprì il sesto sigillo, e vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi...-

    Edited by Il bardo di Londra - 14/5/2020, 22:47
     
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