Cthulhu Gaeta 2020

Votes taken by Reyna Alexander Mayer

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    -Un vicolo cieco dannazione-, Reyna ricordava di essere passato da queste parti con il lucertolone mutante in passato, proprio per by-passare l'ingresso principale sorvegliato dai gendarmi, -probabilmente il crollo della vetreria ha chiuso il passaggio, non abbiamo alternative, dobbiamo tornare indietro-, poi voltandosi verso il dottore aggiunse, -a meno che il dottore qui, non ricordi qualcosa...-
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    Reyna afferrò bruscamente il professore per il camice, -Abbassa immediatamente quelle mani o te le spezzo...-, il centauro era visibilmente alterato, colui che aveva davanti era chiaramente un dottore del laboratorio e tra l'altro aveva il camice candido come una coniglietta di playboy vestita da infermiera, questo lasciava pensare che era scappato con estrema facilità visto che all'interno del laboratorio solo il due percento della superficie non era sporco ed intriso di sangue, -PARLA FOTTUTO BASTARDO... COSA FACEVATE LI DENTRO...?-, Reyna continuava a strattonare l'impostore, si capiva che non aveva tutte le rotelle al proprio posto, ma era normale visto quello che facevano li dentro, la mente di questi scienziati era abbondantemente al di là, verso la follia più pura, -PARLA DANNAZIONE O GIURO CHE TI AMMAZZO...-, Il centauro non finiva di scuotere energicamente lo scienziato mentre la vena sul suo collo si gonfiava sempre di più pulsando sangue e alimentando l'adrenalina nel suo corpo
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    Reyna si voltò di scatto, stava per crollare tutto? Pezzi di carne dilaniata di Generalissimo defecante a mischiarsi con pezzi di carne abbrustolita di Pirata pazzo, pezzi di carne di soldato piagnucolante e merda bollente in una grigliata demoniaca di umani onnivori sbruffoni arricchita di carne di mutazione aberrante, ma quell'essere era ancora vivo? forse nei suoi sogni o in cuor suo pensava, sperava che era anche egli finito in mille pezzi nella grigliata demoniaca, ma a quanto sembrava così non era, si era soffermato troppo a perculare nella sua immaginazione la morte dei suoi compagni da dimenticarsi di vedere se la stanza in cui si trovava era vuota o aveva una via d'uscita o a rendersi conto che l'essere in fondo era ancora vivo; nonostante lo aveva protetto dall'esplosione, schermandolo, lui era comunque volato contro la parete, e l'essere? se non era nella grigliata demoniaca dov'era finito?; c'era caos, fiamme e fumo...; l'ossigeno stava finendo, doveva uscire, non aveva altra scelta, magari in un laboratorio all'avanguardia posto a circa quindici metri nel sottosuolo c'era un impianto anti-incendio e di ventilazione che si azionavano in caso di emergenza, magari qualcuno li aveva disattivati, questo al centauro poco importava a questo punto, doveva sopravvivere; la sua razionalità emerse grazie all'istinto di sopravvivenza; restare sarebbe stata morte certa, senza ossigeno, l'edificio stava per crollare, fiamme, fumo, la stanza da dove era uscito era vuota e senza uscite, questo non l'aveva mai scoperto, sapeva solo che ci aveva perso il fucile... macerie e polvere e non si capiva niente, fiamme e fumo, l'unica cosa certa era quell'urlo agghiacciante dietro di lui. Apparentemente non aveva alternative, doveva uscire... Reyna corse verso la porta in metallo dilaniata, corse verso le scale...
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    La speranza mutò in un attimo sul volto del centauro, dipingendo un espressione di angoscia e sconforto; il suo sguardo si incrociò con quello del povero gatto, mentre il caos continuava ad irrompere prepotente in quel luogo; Gli occhi verdi e catarifrangenti del piccolo animale sembravano essere riflettenti come uno specchio in quel momento, e Reyna poteva vedere se stesso nelle pupille dilatate del felino come se stesse vedendo nella sua anima; l'uomo che aveva difronte forse non era più lui, era spento, angosciato, stanco, quella notte lo stava mettendo a dura prova e lui stava cedendo; Tutto quello che aveva vissuto in quel momento, quello che aveva visto, la follia che consumava avida la mente umana, il male che stava lentamente riversandosi nel suo mondo, nel nostro mondo era sempre più presente, più potente; la follia e la sete di potere stavano consumando il loro mondo, con ingordigia e depravazione, distruggendo tutto ciò che di buono c'era; presto sarebbero diventati come questo gatto, obbligati a vivere nell'oscurità, nascosti ed impauriti e presto privi della loro libertà; ma tutto questo non doveva accadere, non poteva, non qui ora, non è cosi che doveva finire, non senza aver lottato per il proprio sangue, per la vita, per la libertà; Il centauro si girò di scatto con il fucile a pompa pronto a fare fuoco, corse verso il corridoio, la sfera riflettente mostrava silhouette contorte ed impazzite che prendevano per un attimo forma e colore quando colpite dai fasci di luce impazziti delle torce; Reyna corse verso il corridoio; fuoriusci quel tanto che bastava dall'apertura e fece fuoco
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    Reyna varcò la porta in metallo, o meglio quello che ne restava, di fronte a lui un vasto corridoio si estendeva per alcuni metri, immerso in una parziale e tetra oscurità, il silenzio assordante al suo interno veniva interrotto ritmicamente dai loro respiri ansiosi e dal riecheggiare dei loro passi sulle pareti piastrellate. Il centauro fece un cenno hai propri compagni invitandoli a seguirlo; le paure di Reyna e tutte le sue percezioni ora erano concentrate sul quel luogo e su quel momento presente, sembrava un incubo, un luogo di un altra dimensione, il sottosopra; la tensione era palpabile, ogni movimento, respiro, ogni pensiero, erano scanditi cosi allungo nel tempo che sembravano eterni.
    Reyna si arrestò un attimo, cercò di concentrarsi, sforzando la vista, il corridoio terminava con una porta semi-chiusa poco dopo un arco a diversi metri da lui, alcune bacheche, quadri ornavano le pareti insieme diverse tubazioni idriche ed elettriche che si estendevano per tutta la lunghezza del corridoio; Tra lui e l'arco sembravano esserci due passaggi avvolti nella totale oscurità, tra i due, ed al centro del corridoio una sedia, con hai suoi piedi, per quello che sembrava una semi-sfera metallica che rifletteva l'interno delle due aperture laterali; Il centauro si avvicino lentamente per osservare meglio, poteva usare il riflesso di quell'oggetto per vedere all'interno delle due aperture; in quella di sinistra sembrava esserci una flebile luce al suo interno
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    Reyna si appoggiò con la schiena alla parete destra del corridoio in prossimità della porta aperta, cercando di tenere d'occhio sia il passaggio dove si trovavano che la stanza; il corridoio era quasi completamente rivestito di sangue ed interiora, sembrava che lui ed i suoi compagni stavano ispezionando l'esofago di chissà quale enorme bestia; fece un cenno con la testa ai suoi compagni d'avventura, indicandogli il cadavere dello scienziato che sembrava un isola in un mare di sangue e le rampe di scale poco distanti; era una zona troppo esposta ed il pericolo poteva arrivare da chissà quale parte; dividersi i compiti e ottimizzare i tempi sarebbe stato fondamentale per arrivare al loro scopo finale nel minor tempo possibile e limitando il rischio scontri mortali; dovevano muoversi, e in fretta però; Reyna continuò a cercare la pista lasciata dal mutante, impronte sul pavimento o manate lungo le pareti; diede anche un occhiata alla porta a destra, se era stata forza o aperta semplicemente, se la maniglia era insanguinata e se c'erano tracce che portavano all'interno dell'ampia stanza
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    Reyna aveva superato il crocevia del corridoio di un paio di metri, ma quell’urlo disumano e lo scossone che fece vibrare il fabbricato lo lasciarono immobile ed interdetto; alcune piastrelle che rivestivano le pareti del corridoio si decorarono di piccole crepe, come sottilissime ragnatale sulla loro superficie smaltata dopo l’intensa vibrazione; un brivido freddo percorse la schiena dell’avventuriero mentre era avvolto nella fredda oscurità di quel luogo; si voltò per cercare lo sguardo dei suoi compagni, il generalissimo si stava avvicinando, ma Sandro era ancora in fondo al corridoio diversi metri dietro di lui; il pirata era scosso, pallido come un fantasma, impietrito dopo quell’evento agghiacciante, i fasci di luce impazziti delle torce elettriche non permettevano una visuale chiara; Reyna si fece coraggio, impugnò ancora più saldamente il fucile a pompa ed avanzò con circospezione lungo il tetro corridoio cercando di individuare le tracce lasciate del mutante su quel pavimento intriso di sangue
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    Reyna spostò la mano che si trovava a pochi centimetri dal vivo di volata dell'arma del Generalissimo, la tensione era per fortuna tornata a livelli normali, il generale aveva sdrammatizzato sull'accaduto, ma il centauro notò il disagio del pirata che si guardava continuamente in torno mentre faceva lunghi respiri; anche alcune goccioline di sudore cadendo gli segnarono il viso apparentemente ancora in tensione, forse per la reazione alle accuse del generale, lo stress, false parole, questo Reyna non poteva saperlo, ma quel comportamento lo mise nuovamente allerta.
    -Bene... io propongo di seguire il nostro vecchio amico dalla lingua biforcuta-, disse seccamente, uso quel tono per far capire al resto del gruppo che avevano già perso troppo tempo, poi aggiunse, -...lui conosce questo posto e sicuramente sa dove sta andando... e probabilmente sta andando dove vogliamo andare anche noi-, si guardò la ferita al braccio, la fantasia a quadri scozzesi della fasciatura era quasi scomparsa coperta dal colore rosso del suo sangue, -Penso che dobbiamo andare avanti noi tre-, rivolgendosi al generale ed al pirata, -John per ora è solo un peso, lasciamolo alle cure di Zoe, ci raggiungeranno appena pronti...-; con un colpo secco della spalla si aggiustò la cinghia della borsa che gli pendeva sul fianco, -resteremo in contatto con le ricetrasmittenti, e se mai dovesse arrivare qualcuno potranno informarci all'istante...-, Reyna guardò tutti i presenti negli occhi, poi si incamminò verso il corridoio dove era scomparso il mutante
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    Il Generalissimo questa volta non aveva tutti i torti, Reyna poteva leggere chiaramente nel suo sguardo logoro di mille battaglie il dubbio che lo attanagliava in quel momento; la tensione stava nuovamente crescendo, come se Decimo godesse di questo, come se amasse vivere sul filo del rasoio, il suo volto era imperturbabile, in attesa della risposta del pirata, e solo Dio a quel punto avrebbe potuto sapere cosa poteva succede se l'ultimo arrivato non avrebbe risposto correttamente ed esaudito la sete di sapere del Generalissimo; quell'uomo poteva essere chiunque, in effetti Reyna non l'aveva mai visto prima, come poteva conoscere Akira e la Resistenza; istintivamente all'arrivo del pirata il centauro si lasciò trasportare dall'entusiasmo e la speranza che tutto forse non era perduto, il suo desiderio che la resistenza era ancora viva a Gaeta soffocò momentaneamente l'istinto di sopravvivenza; guardò il pirata dritto negli occhi, poteva vedere sullo sfondo Zoe che correva verso l'uscita illuminata ad intermittenza dalle luci penzolanti sul soffitto, il dito indice del generale che esercitava la giusta pressione al grilletto della sua arma, una parola sbagliata, un gesto avventato e sarebbe tornato l'inferno in quel corridoio; Reyna cercò di ragionare, la sua mente incominciò a cercare tutte le risposte alle sue domande, -Come poteva Akira sapere che siamo alla vecchia vetreria...-, pensò l'esploratore, -In effetti non lo può sapere... il professore era stato con lui disse, ed Akira gli chiese di venirci a cercare...-, la mano di Reyna fece un movimento impercettibile verso la Revolver incastrata nella cintura dei jeans, -ma il professore ci trovò per caso disse... riconobbe il suo mezzo di trasporto all'esterno della vecchia vetreria, quindi Akira non poteva sapere..., L'esploratore abbasso lentamente lo sguardo, poco distante, potè vedere il volto provato di john illuminato per un attimo dal bagliore arancio della sigaretta intensificato dopo l'ennesima inspirazione, -Akira non sa che siamo qui... in effetti neanche quest'uomo lo sapeva, disse che ci stava cercando e ci ha trovati per caso, proprio come fece il professore, magari questa volta attirato dal casino che c'era qui fuori, ci ha aiutati con i gendarmi, rischiando la vita restando solo contro di loro...-, Reyna continuò a pensare, Ma ha chiesto anche del professore, forse Akira immagina che alla fine ci siamo trovati e non sa che è morto, non può saperlo...-; Reyna si convinse che forse il pirata diceva la verità, ma comunque non gli avrebbe rivelato il motivo della loro presenza li, della mappa trovata nella Base dell Resistenza e tanto meno del mutante; Reyna avvicinò la mano al fucile del generalissimo, voleva cercare di smorzare la tensione che si era creata, poi disse,-Il Generale ha accumulato molta tensione, come noi tutti in queste ultime ore, quindi capisci le sue perplessità nei tuoi confronti, se puoi aiutarci ancora te ne saremo riconoscenti signor.......-
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    -Non c'è di che...ma non sono qui per caso...mi ha mandato Akira a cercarti...immagino tu sia Reyna-, rispose la donna vestita di nero mentre ispezionava il corpo privo di vita della iena.

    A quelle parole l'ultimo briciolo di autocontrollo di Reyna vacillò, l'ultima pallottola non centrò il foro del tamburo e cadde sul pavimento lasciando la revolver calibro 45 priva di un proiettile; Il centauro alzò il gomito del arto buono sopra il bordo della scrivania in metallo per alzarsi, una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto stanco e provato dagli avvenimenti di quell'eterna notte, andando a cancellare per un momento il sorriso che si era formato dopo le parole dell'ultimo arrivato; dal corridoio provenivano alcune voci, tra queste anche quella del generale che nel mentre sbirciò nella stanza dove si trovava Reyna; Dopo essersi alzato a fatica ed aver fatto un cenno di intesa con la testa al generale il centauro si recò nel corridoio con gli altri, -Sono io Reyna... e sono contento che Akira sia ancora dei nostri...-, disse allungando la mano in direzione dello sconosciuto, -purtroppo il professore non c'è l'ha fatta... abbiamo avuto un duro scontro fuori il cortile poco prima che tu arrivassi...-, Reyna si guardò la fasciatura del braccio, ed una macchia di sangue già stava colorando la fantasia a quadri scozzesi della fasciatura d'emergenza, -Come puoi vedere abbiamo bisogno un pò tutti di cure, ma il tempo a disposizione come ben sai e sappiamo e molto scarso, a breve potrebbe arrivare un'altra pattuglia...-; il laboratorio era molto vasto, c'era ancora molto da scoprire e poi Reyna aveva dato la sua parola al mutante, si voltò verso Decimo,-Noi cerchiamo risposte generale, e fin quando non le troviamo questo posto resta in piedi, questa è solo la punta dell'iceberg, io voglio scoprire anche il resto...-; Reyna era stanco e ferito, ma deciso in quello che voleva, "-dividiamoci i compiti ed ottimizziamo il tempo a nostra disposizione-
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    La schiena di Reyna era appoggiata con tutto il suo peso sulla parte inferiore della scrivania rovesciata, era metallica e fredda come quel posto dimenticato da Dio, aveva visto la morte in faccia pochi attimi prima, ed incominciava a pensare che forse quella notte sarebbe stata l'ultima della sua vita; stringendo il lembo della fasciatura tra i denti e l'altro saldamente nella mano del arto buono strinse il più possibile il nodo per fermare l'emorragia, non era il massimo, ma per ora andava bene, -Devo trovare al più presto un kit medico, questa fasciatura non reggerà per molto, e devo anche medicare la ferita o rischio un'infezione-, pensò mentre controllava la fasciatura; Il frastuono della battaglia era finalmente terminato, era rimasto solo nella stanza e se non era per quella fioca luce che emanavano le scariche elettriche della lampada a neon penzolante dal soffitto non avrebbe visto alcunché; poco distante dall'esploratore ferito giaceva il corpo senza vita dell'essere aracnoide, il suo sguardo si posò nuovamente sul suo corpo aberrato, -A che scopo il Nuovo Ordine Mondiale fa questi esperimenti?-, si domandò il centauro, -puro sadismo o stanno cercando di creare un essere superiore?, troppe domande quella notte e troppe poche risposte; infilò la mano in tasca e raccolse la fotocamera digitale, la punto in direzione del mostro e scattò alcune foto, -queste magari potrebbero servirmi-, disse tra se, ma un rumore di passi riecheggiò tra le pareti piastrellate e sanguinanti del corridoio, lo scout ripose velocemente la fotocamera nella tasca e con mano tremante incominciò a rimpiazzare i proiettili mancanti nel tamburo della revolver calibro 45
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    L'essere aracnoide si accasciò al suolo, privo della sua testa umana esplosa in mille pezzi dopo i colpi a bruciapelo degli avventurieri; una parte del suo corpo era sulla gamba dello scout della resistenza; l'odore del sangue e dei frammenti di cervello era pungente, il centauro poteva sentirlo chiaramente, parte di essi coloravano il suo viso come una strana malattia aliena mentre il caos ancora inondava la stanza di grida, spari, coltellate e sangue; Reyna cercò di spostarsi da sotto il corpo dell aberrazione con le poche forze rimaste, il petto faceva ancora male e dal braccio destro aveva perso molto sangue; doveva farsi forza e provò a trascinarsi con l'avambraccio dell'arto buono, la revolver ancora fumante dopo aver esploso il colpo mortale era stretta saldamente in pugno, ed emetteva un rumore metallico sul pavimento pistrellato ogni qualvolta l'avventuriero strusciava l'avambraccio per spostarsi; Reyna poteva sentire chiaramente le grida dello scontro mortale che si stava lentamente consumando alle sue spalle, cercò di voltarsi per vedere, ma la sua vista non era ottimale, una massa deforme tra luci impazzite e grida di battaglia si contorceva dietro di lui per la sopravvivenza; Decimo era appeso ad un filo, tra la vita e la morte, il centauro voleva aiutarlo e il generalissimo aveva bisogno del suo aiuto, ma Reyna aveva perso molto sangue; continuando a trascinarsi si infilò nello spazio vuoto della scrivania, tra la cassettiera e le gambe, a poca distante da lui; Decimo era in difficoltà ma lui non poteva morire, doveva cercare la sua famiglia e da morto non sarebbe servito a niente; era forse un pensiero egoistico, ma doveva prima in qualche modo cercare di fermare l'emorragia al braccio; tra luci, spari e grida di battaglia, in parte al sicuro nello spazio vuoto della scrivania rovesciata si strappo un lembo della camicia e cominciò a fasciarsi il braccio poco sopra il gomito; -Mi dispiace generale, ma devo restare vivo-
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    -CLIK... BOOM...-, Il cane della Revolver calibro 45 andò ad impattare nel vuoto, sul volto dell'avventuriero si disegno un espressione di terrore, al contrario di quello della iena sopra di lui che già pregustava la sua morte; quella volta la sei colpi l'aveva tradito, o meglio, era stato stupido lui a non tener conto dei colpi sparati, una mancanza che gli poteva costare la vita; l'espressione di Reyna mutò, quella della iena mutò, una macchia di sangue si stava lentamente facendo largo sulla maglia del suo assassino, Reyna guardava stupito la sua Revolver, mentre la iena abbassava lo sguardo in direzione della ferita; l'avventuriero si trascinò indietro con le poche forze rimaste, l'espressione ora terrorizzata della iena lo rincuorava; pochi attimi e la iena cadde al suolo morta, dietro di lei, a pochi passi, *una giovane donna tornita dal bel aspetto, vestita di nero, pantaloni e maglia attillata, (OFF: *POST, Vico 11 - Int.24 - Base della Resistenza, il 14/1/2013, 16:01 da: bzakirasantjago);
    -E' strano come avvolta la vita si ripete-, pensò Reyna, davanti a lui il mostro aracnoide ringhiava come un cane rabbioso legato ad una catena in tensione a pochi centimetri da lui, questa volta era stato veramente vicino alla morte, anzi ancora poteva vederla dritta negli occhi proprio difronte a lui; Se non fosse stato per Zoe molto probabilmente quello sarebbe stato il suo momento; Lo scout alzò il braccio buono con in pugno la Revolver e lo punto nuovamente in faccia all'essere, questa volta non poteva sbagliare, non esitò ulteriormente ed esplose un altro colpo
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    Il dolore al braccio era insopportabile, Reyna si sentiva svenire, la vista era appannata, sfocata, aveva perso molto sangue e dovette far appello a tutte le sue forse per rimanere cosciente e parzialmente lucido; la luce lunare che filtrava dalle finestre del reparto di fisioterapia dell'Ospedale Di Liegro, illuminava il volto senza pietà della iena che troneggiava divertita sul corpo dolorante dell'esploratore; -Morirai qui Mayer... AHAHAHAHAH...-, disse sollevando la mano con in pugno la roncola arrugginita; non poteva finire cosi, non era ancora giunto il suo momento non poteva darsi per vinto, non poteva mollare tutto e lasciare che il fato si prendesse gioco di lui; la sua famiglia lo stava aspettando, aveva bisogno di lui e lui non poteva abbandonarli; lo scout afferrò la revolver calibro 45 incastrata nella cintura dei pantaloni e la puntò dritto in mezzo agli occhi dell'essere aracnoide, poi esplose il colpo
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    Con un gesto secco dell'avambraccio Reyna fece scorrere il carrello di armamento del Fabarm Ultrashort all'indietro, l'otturatore liberò la spazio per l'espulsione della cartuccia ancora fumate che si librò in aria per un tempo infinito; lo scout della resistenza fece un passo per avvicinarsi ulteriormente all'essere aracnoide; lo sguardo di Reyna era concentrato sull'obiettivo, ma la sua mente andava a quello che era una volta quella creatura, il volto distorto e famelico di quell'essere poteva essere quello di uno dei suoi cari, magari qualcuno come lui durante quella notte senza fine lo stava cercando e magari quel mostro deforme poteva essere la persona scomparsa; sul suo volto si disegno un espressione amareggiata e di compassione, ma continuò ad avanzare; con un altro gesto secco dell'avambraccio Reyna portò in avanti il carrello di armamento, una nuova mortale cartuccia si alloggiò nella camera di scoppio seguita dall'otturatore; il centauro riprese la mira su quello che ormai non era più un essere umano e premette il grilletto, -Ormai sei morto il giorno che ti hanno portato in questo inferno-
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